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di Lorenzo Cappelli

La nascita

Fra le tante Associazioni, Istituzioni ed Enti che la società civile romagnola ha generosamente espresso nell’interesse della Romagna, della sua storia, delle sue tradizioni, della sua cultura, il “Tribunato di Romagna” occupa, certamente, un posto di assoluta preminenza.

La felice intuizione del Tribunato come atto di amore per la propria terra e la propria gente e come impegno a servire ed aiutare la nostra gente e la nostra terra, si deve alla determinante volontà di due uomini ugualmente innamorati della Romagna : Alteo Dolcini, vera anima e cuore della Romagna, vulcano di idee ed iniziative, e Max David, grandissimo giornalista, principe degli inviati speciali del Corriere della Sera.

Dopo una breve fase costituente che impegnò, fra gli altri, MaxDavid, Alteo Dolcini, Aldo Spallicci, Piero Zama, Francesco Serantini, Claudio Marabini, Gianni Quandomatteo, il Tribunato si insediò ufficialmente il 2 Aprile 1967, nella sala del Consiglio del Comune di Bertinoro.

Erano presenti:

Bruna Solieri Bondi, Nevio Matteini, Achille D’Amelia, Guido Nozzoli, Francesco Serantini, Max David, Romeo Bagattoni, Aldo Becca, Boesio Casanova, Adelmo Margotti, Mino Madonia, Giuseppe Liverani, Gianni Quondamatteo, Piero Zama, Claudio Marabini, Walter Vichi, Alteo Dolcini, Mario Amaducci, Lino Celotti, Riccardo Pinotti, Lionello Casali.

In tale occasione, Max David eletto, per acclamazione, Primo Tribuno, chiamò Alteo Dolcini a ricoprire la carica di Cancelliere.

L’Istituzione assunse, in origine, il nome di “Tribunato dei vini di Romagna”, “proponendosi la valorizzazione dei vini e di tutti i prodotti romagnoli, nonché l’affermazione, la valorizzazione e la salvaguardia delle tradizioni e della cultura dell’etnia romagnola”  (così afferma l’articolo 1 del primo Statuto).

La denominazione faceva riferimento ai Tribuni dell’antica Roma, volendo sottolineare lo spirito combattivo e propositivo, in relazione alla tutela dei valori della Romagna, morali e materiali , in ogni settore della vita civile,   da quelli economici a quelli più ampiamente culturali.

Lo spirito di amicizia

Il Tribunato si basa sull’amicizia: un’amicizia romagnola, forte, sincera, solidale, in grado di creare non tanto una generica Associazione, ma un corpo, una entità di spiriti selezionati e generosi, che abbiano dimostrato con la loro vita e le loro opere chiara testimonianza dell’amore per la Romagna.

Con questo spirito il Tribunato, fin dall’inizio, raccolse i più qualificati romagnoli, di diverse esperienze vitali, della cultura, delle lettere, delle arti, della scienza, delle professioni, dell’economia, creando un sodalizio che si pose come “Senato della Romagna”, sempre in riferimento all’antica Roma, avendo “giurisdizione morale su tutta la Romagna e sulle collettività romagnole lunten da cà ” .

Caratteristiche dei Tribuni

I tribuni, scelti per cooptazione, appartengono a diverse corti, con numero chiuso, in base alla loro personalità :

  • la “prima” per uomini di scienze, lettere, arti
  • la “seconda” per docenti, studiosi, cultori del vino
  • la “terza” per imprenditori e liberi professionisti
  • la “quarta” (Corte d’Onore) per uomini di meriti insigni e di chiara fama.

Una speciale Corte raccoglie i Tribuni “in partibus” , esonerati dalla partecipazione alle tornate, pur rimanendo Tribuni a vita.

Nella cerimonia di ingresso, ai nuovi Tribuni, vengono consegnati i simboli della “incapparellatura” consistenti nella veste tribunizia ( caparella romagnola ) , nel collare ceramico faentino  e nella pergamena personale.

Il ruolo e le iniziative del Tribunato

Il Tribunato è retto da un Praesidium composto dal Primo Tribuno, dal Tribuno vicario, da quattro Tribuni Capi delle Corti, e dal Cancelliere.

Dal giorno dell’insediamento a Bertinoro ad oggi, il Tribunato ha tenuto 247 tornate, rendendo grandi servizi alla causa della Romagna, riscuotendo unanimi consensi ed acquistando sempre più ampio prestigio.

Il Tribunato, nella sua prima fase di attività, ha raggiunto risultati eccezionali nel settore vitivinicolo. I vini romagnoli sono attualmente prodotti di altissima qualità, riconosciuti con marchi prestigiosi, apprezzati in tutto il mondo, con posti di rilievo nell’Olimpo dei vini classici italiani,  grazie anche alla collaborazione fattiva dell’allora Ente Tutela vini, unitamente all’appassionato e decisivo apporto scientifico di illustri e benemeriti docenti della Facoltà di Agraria della Università di Bologna e con l’illuminato sostegno del Comune di Faenza.

Per la valorizzazione dei nostri vini, il Tribunato ha realizzato nel corso   degli anni, dei veri monumenti, che ne sono il simbolo: la “Cade Bè”di Bertinoro, la “Ca de Vèn” di Ravenna, la “Ca de Sanzvès” di Predappio Alta” , l’ “Osteria Nuova” di Bagnacavallo. Ha collaborato attivamente alla nascita delle prestigiose iniziative legate alla “Sangiovesa” di Santarcangelo di Romagna, e alla “Ca dla Rumagna” di Villa Verucchio. Purtroppo hanno cessato la loro attività la “Domus Popilia” di Cesenatico e la “Chesa de Vcin” di Rimini.

I locali citati sono tutte strutture di grande prestigio, belle ed accoglienti, arredate con opere d’arte ceramiche, luogo di sosta e di ristoro, simbolo dell’ospitalità romagnola, realizzate per presentare  e gustare i migliori vini ed i prodotti tipici romagnoli e, nello stesso tempo, per ospitare convegni, eventi culturali per la conoscenza della Romagna.

Sempre nel settore vinicolo il Tribunato, in collaborazione con il Consorzio dei vini di Romagna, degli enotecnici e sommeliers romagnoli, con l’autorizzazione del Ministero, organizza, annualmente, il “Concorso del vino del Tribuno” per premiare il meglio del meglio della produzione vinicola romagnola. Ai vincitori delle varie categorie dei vini selezionati è offerta una magnifica targa ceramica faentina.

Il Tribunato si è anche battuto per la valorizzazione dei prodotti ceramici, di cui Faenza è la capitale riconosciuta in tutto il mondo, stimolando e sostenendo la battaglia parlamentare, condotta in varie legislature, per ottenere l’approvazione della legge di riconoscimento dei Comuni di antica tradizione ceramica.

La legge che mi onoro di aver portato all’approvazione come Senatore, concede il marchio di qualità, attraverso un rigoroso disciplinare, ai prodotti ceramici, con conseguente beneficio economico.

Nell’intento di voler ricordare le tante iniziative di Alteo Dolcini, per la valorizzazione della ceramica faentina, il Tribunato ha realizzato in una sala del Museo Internazionale della ceramica di Faenza, un video multimediale che consente di conoscere ed apprezzare i frammenti della sale didattica del Museo.

Nel settore letterario il Tribunato bandisce il “Premio Francesco Serantini” in collaborazione e con il finanziamento della famiglia dello scrittore, in ricordo di uno dei più brillanti e tipici romanzieri e saggisti della nostra terra, riservato ad un’opera narrativa di ispirazione romagnola.

Nel campo dello sport partecipa alla organizzazione della marcia podistica  di 100 km. , Firenze-Faenza, una delle più importanti del settore, con la presenza costante di grandi campioni, e, per alcuni anni ha organizzato  una analoga marcia a Washington.

Per il trotto, antica passione romagnola, il Tribunato ha istituito un suo premio che si corre, ogni anno, all’ippodromo di Cesena.

Nel 1969, il Tribunato ha dato vita alla “Società del Passatore” che, operando nella lettera e nello spirito del motto coniato da Aldo Spallicci “sol da dè e gnit da dmandè” ( solo dare e nulla chiedere) si è resa  benemerito per una serie infinita ed originale, di iniziative tese alla valorizzazione della Romagna. Simbolo della Società, che purtroppo attualmente svolge scarsissima attività, è “e caplazz”, che era il copricapo di feltro indossato dai romagnoli, imposto, in tante occasioni, a numerosi ed illustri personaggi in tutta Italia, durante cerimonie ed incontri.

Da ricordare, anche, la nobile battaglia del Tribunato per ottenere il riconoscimento, da parte del Consiglio Regionale, dei confini storici e naturali della Romagna, sempre negato dal Consiglio stesso, più volte sollecitato da iniziative di consiglieri regionali, impedendo, in tal modo, ai romagnoli l’orgoglio della loro identità, violando i più elementari e naturali diritti dei cittadini e arrecando un grande danno economico con l’impedire la difesa dei prodotti tipici della Romagna.

Dopo i falliti tentativi di fare approvare la legge, nel corso di alcune legislature regionali, il Tribunato decise di ricorrere alla azione popolare, raccogliendo le firme necessarie autenticate (ne occorrevano 5.000  e ne furono raccolte 6.500). Anche in questa occasione, la maggioranza del Consiglio Regionale, facendo ricorso ad assurdi cavilli pseudo-giuridici, vanificò l’iniziativa.

Si devono al Tribunato, inoltre, il monumento al Sangiovese, primo ed unico del suo genere, eretto a S.Arcangelo, quello dedicato al vignaiolo, posto all’ingresso di Bertinoro, la campana artistica prodotta in occasione del riconoscimento dell’Albana a vino doc e garantito, ed infine, il magnifico gruppo di statue, gioioso inno alla vendemmia sulla terrazza della Cà de Bè di Bertinoro: iniziative tutte originali che hanno posto il territorio della Romagna a perenne ricordo dei suoi meravigliosi vini.

Si vuole, anche ricordare che l’attività tribunizia è stata sostenuta da alcune testate giornalistiche, prima fra tutte la “Mercuriale Romagnola” fondata e diretta da Alteo Dolcini, che fin dall’inizio divenne la bandiera di tutte le battaglie ed iniziative affrontate per lo sviluppo economico, culturale, e sociale della Romagna. Dopo la morte di Alteo Dolcini il Tribunato ha dato vita , come organo ufficiale , alla rivista “E zoch” e successivamente al “Tribuno” che rentemente ha cessato la pubblicazione.

Nello spirito di fare conoscere la Romagna e i suoi prodotti e di tenere i contatti con le collettività romagnole “Lunten da cà”, sono state organizzate le “Ambascierie romagnole” , basate su tornate tenute all’estero, fra le quali vanno segnalate : nel 1979 la tornata a Londra, in cui  per la prima volta furono presentati presso la sede dell’ I.C.E. I vini romagnoli; nell’anno successivo in Inghilterra contattando i Sindaci di Londra, di Edimburgo, di Glasgow, l’Ambasciata italiana e vari Enti; nel 1982 a S.Marino con ricevimento da parte dei Capitani reggenti nella Sala del  Consiglio Grande e Generali; nel 1991 a Los Angeles per incappellare Ronald Regan, a cui fu consegnato uno speciale piatto ceramico, vera opera d’arte, ( altra simile cerimonia con la donazione del piatto era avvenuta in onore di Michele Gorbaciov nell’anno precedente ).

In tutti questi anni, tutti i grandi problemi che hanno interessato la Romagna sono stati ampiamente dibattuti all’interno del Tribunato, portati all’attenzione dei politici e degli amministratori locali, dopo avere sensibilizzato tutta la società civile romagnola.

Valga per tutti l’esempio dell’insediamento della Università in Romagna problema dibattuto nella 100° tornata tenutasi a S.Leo, il 26 Settembre 1986. In quella occasione il Tribuno Prof. Gabriele Goidanich, illustre docente presso la Facoltà di Agraria di Bologna, sottolineava che già da alcuni anni si era iniziata la collaborazione del Tribunato e dell’Ente Tutela Vini con la Facoltà stessa, sfociata nel 1969 nella firma della convenzione fra Università , Ente Tutela Vini e Comune di Faenza, che dette vita al Centro Universitario di Ricerca Viticola ed Enologica ( prima struttura universitaria in Romagna ) nella azienda agricola di Tebano, a Faenza, di proprietà comunale.

Il Prof. Goidanich , nel suo intervento, lamentava che si era perso troppo tempo per insediare l’Università in Romagna, e auspicava l’unità di tutti i romagnoli con queste parole “sono forse i romagnoli stessi che non vogliono l’Università per piccole beghe di campanile” riaffermando la volontà del Rettore e sua di prevenire a più concreti risultati che arrivarono, come è noto, dopo due anni.

Oltre la Romagna

Fra le tornate più significative tenutesi fuori della Romagna, si segnalano:
– quella tenutasi a Milano, nel 1969 presso il Circolo della Stampa, promossa da Giovanni Spadolini allora direttore del Corriere della Sera;
– quella di Bologna nel 1970, ospiti della Fameja romagnola e sempre a Bologna nel 1972 ospiti del Circolo della Caccia;
– quella di Roma nel 1979 , per ricevere il premio del Melozzo d’oro, assegnato nella sua prima edizione al Tribunato dai romagnoli – romani in riconoscimento dell’attività svolta;
– nel 1981 ancora a Bologna per rendere onore alla casa editrice Edagricola per le qualificate pubblicazioni a favore dell’agricoltura italiana;
– infine ad Ostia antica per rendere omaggio, presso il monumento a loro dedicato, ai “bonificatori” dell’agro pontino che numerosi morirono in quella memorabile impresa.

Hanno ricoperto la carica di Primo Tribuno:

  • Max David (6 anni)
  • Aldo Pagani (2 anni)
  • Massimo Stanghellini  (12 anni)
  • Tino Della Valle (10 anni)
  • Vittorio Stagni (3 anni)
  • Lorenzo Cappelli (16  anni)
  • Franco Albertini (attualmente in carica)

Hanno ricoperto la carica di Cancelliere:

  • Alteo Dolcini dal 2 aprile 1967 al 27 marzo del 1999
  • Fornasari Fabrizio dal 27 marzo 1999 al 4 aprile 2005
  • Massimo Riva dal 4 aprile 2005

articolo di Lorenzo Cappelli, I Tribuno, Cesena, 12 dicembre 2012

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